sabato 13 ottobre 2012

Io ballo da solo (a København)

Ciao a tutti, dopo aver lasciato il Québec ed essermene tornato nella natia Valle Padania per una meritata pausa, rieccomi in DK. A raccontarla tutta, si tratta un po' di un caso. Io speravo di far carriera e andare a fare l'assistente in Francia ma, visto che il destino porco bastardo e bastardo porco ha deciso diversamente, sono tornato in Danimarca. Che comunque va benone eh!!! La DK mi mancava una cifra eh! Biondazze a go go e birra a fiumi. Ehm, sto divagando... La fortuna è stata quella di cambiare posto e finire a København (aka Copenaghen), città davvero cool (come dicono i giovani) e piacevole da vivere. Quello che più mi piace è la vivibilità della capitale danese, piste ciclabili ovunque (un sogno per un ferrarese), trasporti pubblici efficienti (anche se cari, azz) vita notturna, amici già in zona. Sì, perché alla fine alcuni amici di Aarhus li ho ritrovati qui e quindi è stato molto più facile iniziare. Ieri sera sono stato alla Kulturnatten (la notte della cultura). La città organizza una nottata di eventi: concerti, corsi di ballo, mostre, visite guidate, gastronomia, di tutto. Involontariamente (davvero!!), dopo un assaggio di cibo norvegese (waffles alla marmellata e formaggio dolce, salmone e patate all'aglio, succo di mirtillo), abbiamo visitato il museo delle poste per un concerto (un paio di musici mica male seguiti da due personaggi di scarso talento ehm ehm...) e la Rundtårnet (altro concerto, ma questi erano un coro che facevano musica seria, mica cotica). A questo punto, scajolanamente, cioè a mia insaputa, sono stato attirato in una trappola (aka corso di tango). Ora, essendo io un tantinello legnosetto, mi sono sorb...ehm gustato il corso in pieno. Non avendo una partner, me ne è stata affidata una d'ufficio, che ballava da 12 anni circa (e poteva essere mia nonna, nda). La vegliarda ballerina provetto si è fatta subito apprezzare con commenti del tipo: "Parli bene inglese per essere italiano". Seguono secondi di orgoglio italico interiorizzato. Musica. Visibilmente scocciata dalla mia imperizia la vegliarda tenta anche di insegnarmi qualche passo. Illusa, tra me e Pinocchio il burattino avrebbe la meglio. Alla fine del minicorso introduttivo mi saluta cordialmente, concludendo che il mio senso dell'equilibrio è terribile. Lo ben so, grazie. Nel caso vi chiedeste perché non ballo.

domenica 4 dicembre 2011

Nostalgia e poutine

Carissimi lettori,
(eco) è un bel po' che non ci si sente. Colpa mia, ma anche un po' colpa di questo paese che non è interessante come il precedente, almeno per me. Lingua scontata, freddo ignorante, niente gente che sbevazza smodatamente per le strade. E poi nessuno che si faccia venire certe idee. Certe idee che solo in DK. Come per esempio questa: http://stronzo.dk/ol/. La birra con l'atteggiamento. Indovinate voi quale.

Dopo questo momento nostalgico, mi viene in mente che non vi ho mai parlato di una nuova micidiale scoperta culinaria: la poutine. Cosa? Non sapete cos'è la poutine? Si tratta di una terribile miscela, consigliata a parenti ricchi e a rischio infarto, di patatine fritte, formaggio, e salse di vario tipo. Se non siete delle pastine potete anche aggiungere salsiccia, giusto per accrescere il contenuto calorico, altrimenti troppo basso. Non ci credete? Guardate qui: http://en.wikipedia.org/wiki/Poutine

L'unico mistero è la mancata esportazione verso gli Stati Uniti e verso l'Europa.

Vi lascio con una mia foto, scattata quest'estate, di me in tenuta da cacciatore di balene. Potrei anche considerare di spedirla a Vanity Fair.

sabato 16 aprile 2011

Tire d'érable

Ciao a tutti!
La neve si sta infin sciogliendo e, non fosse per le temperature notturne sottozero, si direbbe persino primavera. Complice la stagione, un paio di settimane fa, Jean Brunelle, detto Gian Brunello, mi ha iniziato ad una antica tradizione quebechese: il tire d'érable.
Armato di sciroppo d'acero prodotto dalla ditta di famiglia e colmata di neve una bacinella, ha cominciato a spargere lo sciroppo sulla neve. Tutto il laboratorio, usando delle bacchette, si è poi fabbricato i lecca-lecca di sciroppo d'acero. Mmmmmmh! buoni, buoni, sono praticamente già dipendente...

Non ho potuto fare foto, Brunello m'ha preso alla sprovvista, ma questo link è corredato di belle foto: http://fr.wikipedia.org/wiki/Tire_d'érable

à la prochaine,

Federico

domenica 9 gennaio 2011

La valigia scomparsa

Ciao a tutti,
spero che il 2011 sia iniziato bene per voi. Io ho chiuso il 2010 in maniera un po' fastidiosa e, per fortuna, ho iniziato l'anno con un lieto ritrovamento, quello della mia valigia.
La mia ghepard color turchese era stata smarrita il 30 Dicembre, complice il famigerato aeroporto CDG di Parigi. Ovviamente, me ne sono accorto solo a Montreal, dopo aver dichiarato alla dogana che avevo con me cioccolato, sale e pesto (due barattoli). Solo a sentire che avevo del cibo in valigia, quelli della dogana sono diventati isterici: mi hanno chiesto se il cioccolato fosse canadese (ah, il delizioso e rinomato cioccolato canadese...), poi mi hanno detto che dovevo dichiararlo anche se era un regalo e dovevo indicare il valore approssimato della merce che portavo. Dopo aver espletato le noiose formalità, mi sono avviato verso i nastri trasportatori in cerca del mio bagaglio, solo per scoprire che si era volatilizzato. Fatta la denuncia a chi di dovere, ho tentato di uscire dall'aeroporto per prendere l'autobus per Québec ( ci sono altre 3 ore e mezza da Montreal prima di arrivare a casa), solo che... Solo che non paghi dell'interrogatorio, i solerti doganieri mi hanno reinterrogato, visto che avevo dichiarato merce per l'esorbitante cifra di 35.5 dollari canadesi. La doganiera voleva a tutti i costi vedere il pesto (nota arma di distruzione di massa), ma in assenza del bagaglio si deve mettere il cuore in pace.
E la valigia?
Arrivato a destinazione in nottata ho dovuto attendere la Befana per vederla ritornare... naturalmente é stata recapitata nel posto sbagliato ma era, non osavo sperarlo, tutta intera. Sano e salvo anche il contenuto, alla faccia dell'inflessibile dogana.

Buon anno a tutti, alla prossima

sabato 14 agosto 2010

Traslochi

Ciao a tutti,
come forse qualcuno sapeva già, nel maggio scorso mi sono trasferito a Québec City, Québec, Canada. Dopo lunga meticolosa e penosa ispezione del mio passaporto, telefonate all'ambasciata canadese e battibecchi vari (con delle guardie giurate che si credevano ufficiali dell'immigrazione) all'aeroporto di Venezia, mi hanno lasciato partire per Montreal. Sono arrivato a Québec il giorno dopo, via bus, dove sono stato accolto dai nuovi colleghi.
Dopo un paio di settimane in un alloggio per studenti mi sono trovato un buco tutto per me ed ho cominciato a lavorare.
La città é molto graziosa, sembra una cittadina francese, più che una di quelle città nord americane tutte acciaio e cemento. Per fortuna. Perché il campus dell'università Laval lascia un po' a desiderare in quanto ad estetica.
Ho trovato, complici due amici più abili nella guida del sottoscritto, il tempo di guardarmi un po' intorno. Devo dire che ne vale la pena. Lasciate le città il paese ti apre spazi illimitati, foreste che si stendono a perdita d'occhio, laghi a non finire, centinaia di kilometri di costa, il tutto virtualmente fino al polo nord, ad avere tempo e benzina (anche le catene e il repellente per orsi polari potrebbero servire, nel caso).



Alla prossima,

Federico



mercoledì 5 maggio 2010

Herr Doktor

Papé Satan, Papé Satan aleppe, resuscitiamo dunque questo blogghe!

Mesi e mesi a scrivere e riscrivere, a fare gli ultimi esperimenti, a tentare di pubblicare articoli, a preparare la tesi dal roboante titolo: "Chiral induction in molecular surface assemblies and surface functionalization by covalent organic frameworks: A study by UHV-STM" e poi, finalmente, la discussione!

Discussione che avrebbe dovuto aver luogo il 23 di Aprile ma, causa eventi vulcanici catastrofici imprevedibili che hanno impedito ai controrelatori di presentarsi in tempo, ha avuto luogo il 27 Aprile. Risultato: Sorella e papà bloccati a Malpensa, Federico che si deve improvvisare cuoco provetto per il rinfreschino finale e, ciliegina, fino all'ultimo uno dei due censori é stato in forse.
Alla fine però ce l'abbiamo fatta e, nonostante io abbia esposto a voce un po' bassina, almeno così alcuni del pubblico, mi hanno proclamato, per l'ultima volta nella vita, dottore.
La serata é poi proseguita in compagnia di due individui di dubbia moralità (Claudio e Max) in una locale osteria studentesca e lascio all'immaginazione del lettore la natura delle dotte discussioni colà intavolate...
A beneficio dei posteri et gloria imperitura allego la foto post-discussione con tanto di relatori e posa ehm... accademica del novello dottore.



Sul fondo da sinistra: André Gourdon, Bjoerk Hammer, Roman Fasel e il mio sempre gioviale relatore Trolle Linderoth.

Un'altra rara immagine del dottore mentre discute sui massimi sistemi...

venerdì 31 luglio 2009

In Norvegia e ritorno

Ciao a tutti.
Quest'anno mi sono impigrito davvero, vista la frequenza dei post sul blog. Il laboratorio e tutti gli altri impegni associati chiamano... ma, entro breve, dovremmo riuscire a concludere qualcosa. Spero.

Dicevo: in Norvegia e ritorno. Una decina di giorni complessivamente, molti dei quali in compagnia di Grace e Andrew. Sono uscito in fretta e furia dal laboratorio, lasciando Yanxiao alle prese con le solite misure STM, verso l'una di venerdì 17 (il giorno giusto per prendere un aereo, diranno certi superstiziosi...) e mi sono ritrovato in ostello ad Oslo verso le 20.
Ho gironzolato un po' per il centro, dove passa una macchina ogni mezz'ora circa, per scoprire che era pieno di italiani (ma quanti siamo?). Carina, Oslo, devo dire... ho anche assistito al cambio della guardia presso il palazzo reale, previo rischio di essere investito dal pullman delle guardie... eh eh eh avevo sbagliato strada. Nel mio girovagare son finito anche al cimitero monumentale, dove ho cercato, inutilmente, le tombe di Ibsen e Munch. Le cercavano anche due vecchietti russi, che mi hanno chiesto informazioni sull'ubicazione... secondo me sono ancora là.
In serata, dopo aver impietosito il portiere dell'Anker Hotel, mi sono accomodato in camera ad attendere l'arrivo dei genitori.

Nonostante ritardi della Ryan, vecchi che chiamano preoccupati e Tim che rema contro, la famiglia, con l'eccezione di Cicci, riesce a riunirsi.
Il dì seguente visita d'obbligo alle mitiche navi vichinghe (quelle sul vostro libro di storia al capitolo: storia dei paesi scandinavi), Museo del Fram, Museo della Marina, Museo del Kon Tiki, di straforo museo dei Nobel per la pace (di straforo? visto che era tardi abbiamo fatto un giro, avevamo la carta dei musei, ma il bigliettaio era già andato a casa). Obbligatoria una visita al museo dedicato a Munch (credo ci sia qualcosa di suo in ogni cittadina della Norvegia, ma quanto ha dipinto questo?) nella cui caffetteria si possono gustare anche ottime torte.



Da Oslo abbiamo preso il treno panoramico per Flåm e da qui il traghetto che ci ha portato a Gudvangen. Fiordo spettacolare, peccato il tempo da lupi, che non ci fa apprezzare pienamente le vali, i monti innevati e lo spettacolo unico dei fiordi norvegesi.
A Gudvangen, dopo una breve sosta, conquistiamo la simpatia dell'autista del pulmino, (che il giorno dopo ci aiuterà a prendere il bus giusto) e raggiungiamo il nostro hotel, un po' pretenzioso, ma con un buffet davvero eccellente.
Bergen, davvero deliziosa, viene salutata dall "Hola!" fragoroso di alcune ragazze spagnole in treno con noi. La città, ripeto, é davvero molto carina, tuttavia... ha un problemino: almeno 275 giorni di pioggia all'anno. Dei 90, o meno, giorni di sole rimastici ne vediamo mezzo, e accontentarsi.

Al ritorno, nello stesso ostello dell'andata, ho trovato, in viaggio verso Capo Nord e le Lofoten (Pigna se sei in ascolto, questa dobbiamo farla), due ferraresi. Maial, se é piccolo il mondo!

Ciao, alla prossima